ANIMA E CORPO, IO MI SENTO SEMPRE NELLA MIA TERRA NATIA.

“ANIMA E CORPO, IO MI SENTO SEMPRE NELLA MIA TERRA NATIA (2)

Di Adela Kolea

INTERVISTA AL BARITONO ALBANESE, GËZIM MYSHKETA

Gëzim Myshketa è un baritono albanese, di Durazzo, che vive e lavora sia in Italia, che in Germania. E’ residente in entrambi i paesi.
Attualmente ci raggiunge in redazione per questa intervista da Stoccarda, dove si sta preparando per la
nuova Produzione di FAUST del famoso regista tedesco Frank Castorf.
Gëzim nasce a Durazzo, Albania e in tenera età -aveva soli 11 anni- viene individualizzato il suo talento canoro, partecipando in vari eventi canori per bambini in Albania, organizzati dalla RTSH l’emittente Radio Televisiva Statale Albanese.
Arriva in Italia per conseguire gli studi presso l’Istituto “Arrigo Boito” di Parma, città di Giuseppe Verdi e culla della musica lirica. Si diploma con il massimo dei voti e da qui la sua carriera prosegue sempre in ascesa con varie partecipazioni importanti da parte sua in vari Teatri dell’Opera Italiani.

Gëzim, grazie per averci raggiunto tra una pausa delle prove e l’altra, per questa intervista su Artisti Albanesi.
Grazie a voi dell’opportunità e della squisita gentilezza per questa intervista.

Ho visto di recente un video che ti traeva in un’interpretazione del brano “Mamma” di Bixio, registrato nel 1994 alla Radio Televisione Albanese in cui tu, cantavi nell’ età di 12 anni. Un video molto emozionante. Cosa suscita in te riguardarlo ora?
Quel video mi suscita delle emozioni contrastanti.
Da una parte, provo nostalgia e quasi tenerezza con un pizzico di rossore per quel bambino cresciuto con le bellissime canzonette italiane fin da piccolo.
La mia voce faceva parte delle cosiddette “voci bianche” ai tempi.
Chi avrebbe mai pensato che, con il passare degli anni, sarei diventato un baritono scuro! Misteri della vita…


Ci sono altri artisti o cantanti nella tua famiglia?
Beh, in casa mia ognuno a suo modo è artista…
La genesi della famiglia di mia madre ha radici nobili a Frashër, giacché mia trisnonna  Hanko Nurije Frasheri Hysenbegasi, era una della rare donne albanesi ad aver conseguito gli studi presso il Liceo Zosimea di Giannina, Grecia, e che apparteneva alla famosa famiglia Frashëri dei grandi letterati del Sud Albania.
Sicuramente da quell’amore per la letteratura  ha preso spunto il talento di mia sorella, Ledi Myshketa Kacani, la quale è oggi una stimata scrittrice.
Poi mia madre e mia sorella, Nevjana sono artiste nel vero senso della parola, della cucina e del BON TON, loro mi hanno cresciuto.
La musica invece, fa parte integrale della vecchia e conosciuta Famiglia Myshketa di Durazzo. In casa abbiamo pianisti, cantanti, insegnanti, clarinettisti ecc…
La lista è troppo lunga e non posso nominare tutti, ma sopratutto c’è mio padre Refik Myshketa, batterista jazzista degli anni 60 /70 nella mia città natale, Durazzo appunto. Uno di quelli che faceva ballare i giovani e  la “Tirana bene”, la quale si riversava tutta nei grandi hotel sul mare in quegli anni.

Chi, in particolare dei tuoi familiari ha accolto il tuo talento per il canto e ti ha maggiormente appoggiato a seguire il tuo sogno?

“Ogni scarrafone è bello a mamma soja” – il proverbio Napoletano risponde al meglio a questa domanda.

 Tu stesso, avevi già realizzato da bambino che quella del canto sarebbe stata la tua strada da seguire, oppure avevi altri interessi e passioni?
Io, da piccolo, non avevo realizzato proprio nulla. A me piaceva semplicemente cantare e lo facevo ovunque: a casa, nel bagno, per strada , a scuola.
C’era chi apprezzava e chi ne era stufo, specialmente i vicini, ma il canto alla fine, è una chiamata alla quale ahimè, a volte rispondono spesso le persone sbagliate.
In verità, mi sarebbe piaciuto fare il politico, ma penso di avere scelto molto bene.

In Italia come sei stato accolto per quanto riguarda le tue capacità canore ed interpretative?
In Italia intanto, sono stato accolto da quel calore mediterraneo e da quella umanità, che pochi come gli italiani possiedono. E’ vero, è un paese dove tante, troppe cose non vanno bene, ma dove il lato umano e quello della qualità della vita prevalgono su tutto.
Io ho due residenze: in Italia a Bologna e in Germania a Stoccarda.
Quando sono a Stoccarda, oppure in giro per il mondo, mi manca terribilmente l’Italia.
Mi dispiace solamente che questo paese ultimamente sta trascurando con irresponsabilità della politica ciò che di più caro e prezioso possiede: L’Arte e la Cultura. La crisi che pervade i teatri lirici e la chiusura di diverse compagnie di ballo ne sono la triste testimonianza

La classificazione della tua voce, per quanto riguarda vari parametri da considerare, come estensione, timbro, corpo ecc, quando ti è stata definita “baritonale”?
E’ stata una vera scoperta del grande e compianto Maestro Giuliano Ciannella. A lui devo tutto e gli sarò riconoscente per il resto della mia vita. Lo penso spesso e sogno un giorno di fondare un concorso lirico in ricordo e onore della sua grande personalità artistica.

Quindi ora vi state preparando per :
Ho appena terminato “CARMEN ” al Deutsche Oper di Berlino e ora mancano due giorni dal debutto della nuova produzione di “FAUST” che porta la firma di un grande nome della cultura tedesca : Frank Castorf, Direttore della Volskbühne Berlino.

C’è un personaggio operistico in particolare che ti rappresenta caratterialmente e come temperamento?
Mi verrebbe da dire un pò tutti e nessuno. Forse Giuseppe di Stefano.
Diceva: “Non sono un cantante che fuma, ma un fumatore che canta.”
Ecco, questo è un modo di pensare e di considerare la mia professione che mi sta abbastanza a genio.
Non voglio dire che dietro il mestiere dell’artista non ci sia studio, sudore e tantissimi sacrifici, ma intendo dire che chi si prende troppo sul serio o e un flop oppure nel migliore dei casi e un “noioso schiavo della professione”.
La vita è altra cosa.

A settembre, tu assieme ad altri cantanti lirici ed artisti albanesi che lavorano in tutto il mondo, avete unito i vostri talenti e le vostre interpretazioni in un evento maestoso al Vaticano in onore della Canonizzazione di Madre Teresa.
Quali, le tue impressioni in merito?

Ricordi indelebili. Un modesto tributo ad una figura, al cospetto della quale, tutti ci sentiamo piccoli e inermi. Lo avrei fatto con tutto il cuore anche se Santa Teresa di Calcutta non fosse stata mia connazionale, però il fatto che la donna forse più importante del mondo abbia avuto sangue albanese, mi riempie di immenso orgoglio.

Un interprete lirico albanese ed uno straniero, idolo per te?
E’ una domanda difficile, alla quale, in parte ho già risposto sopra. Nessuno è perfetto e nessuno è arrivato nella carriera dell’Artista.
Beniamino Gigli diceva che bisogna avere due vite: una per studiare e un’altra per poter cantare. Intendeva che la perfezione non esiste ed è inarrivabile. Io cerco di prendere il meglio da tutti i miei colleghi del passato e del presente, albanesi e stranieri. Penso che questo sia anche un ottimo consiglio per i giovani di oggi con la passione del canto lirico: “Prendete e “rubate” con intelligenza il meglio dagli artisti che ascoltate e seguite!”
Ahimè, qualcuno però, ha il talento di fare propri gli errori altrui e questo è un grosso problema.

Futuri eventi da organizzare? Il rientro in Italia, a quando?
Dopo il debutto come Valentine qui a Stoccarda, seguirò con un Tour di “Carmen” in Corea del Sud – Seoul e Busan , “Simon Boccanegra” Tour in Belgio – Anversa e Gent, sempre Simone al mio debutto al Teatro San Carlo di Napoli, “La Rondine” a Theatre Capitole Toulouse , le riprese di Puritani  e del Faust nel 2018 e delle Nozze di Figaro al Teatro di Stato di Stoccarda, dove attualmente sono primo baritono solista e altri impegni ancora da definire meglio. 

 In Albania, hai intenzione di organizzare o partecipare in qualche concerto?
Sono stato invitato dal Primo Ministro della Repubblica al “Summit della Diaspora” che si terrà a Tirana il 18/20 Novembre.
Penso che sia un’ ottima idea, giacché noi siamo trapiantati solamente fisicamente all’estero. Anima e corpo, e non semplicemente per modo di dire, io mi sento sempre nella mia terra natia.
Poi gli inviti della signora Zana Cela, neo direttrice del Teatro Nazionale di Tirana non sono mancati, sia per il prestigioso Concorso  “Marie Kraja”, sia per interpretare e mettere in qualità di regista una nuova opera a Tirana.
Ahimè, come per il primo progetto, spesso il tempo è tiranno e non so se potrò onorare tali impegni, ma una cosa è certa:
La collaborazione e il contributo personale per l’Arte in Albania rimane un impegno irrinunciabile e inesorabile oggi e per sempre.
Vi racconterò un segreto:
Penso di essere uno dei pochi che, nonostante i miei sedici anni all’estero, porto con orgoglio il mio umile, ma caro Passaporto Albanese soltanto.

La musica operistica in Albania a che livelli la trovi, e l’organizzazione nei suoi riguardi?
L’arte  va sostenuta sempre e ad ogni costo.
Se vuoi vedere il livello di civilizzazione di un paese, bisogna visitare i suoi teatri. Tutto sommato con le immense difficoltà che ha il mio paese, il mio popolo ama l’arte e la cultura.
Considerando le nostre condizioni economiche e in vista degli investimenti, i quali arriveranno per i maggiori teatri, penso che possiamo sperare positivamente.
Ma, ovviamente i teatri anche se nuovi di zecca, hanno sempre bisogno della loro anima. E, l’anima delle nostre istituzioni di cultura, sono le persone che vi lavorano e i nostri ottimi artisti e sopratutto i giovani talenti che vanno accompagnati con cura verso un futuro sicuro.

Riproduzione riservata Copyright © Artisti Albanesi by Giornale Armonia Registrato al Tribunale di (Ta) N. 638 del 23/11/2004

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