“Quando un sogno si avvera” – Intervista al tenore Saimir Pirgu

Saimir Pirgu

di Adela KoleaAlbania News

Ci accomunano con Saimir, tante cose …
Ad ogni modo, tutto prende inizio dalle nostre origini: il fatto di essere nati e cresciuti in Albania, poi, la poca differenza di età o meglio, l’appartenenza alla stessa generazione, quella degli anni ’80, per cui anche un vissuto simile – se non uguale – per tutti noi,
nel paese annientato dalla dittatura. Di conseguenza, molti dei nostri sogni od ambizioni, talenti o passioni, era facile che passassero inosservati e non presi in considerazione.

Tra le tante proibizioni, faceva parte anche quella dell’ utilizzo dei mezzi d’informazione, tra cui, la televisione e la radio. La televisione, “telecomandata” dall’alto, trasmetteva solo ciò che secondo il potere dominante, era ‘appropriato’ per un pubblico come quello degli albanesi. In fondo, consapevoli anche loro stessi del fatto che un popolo come quello albanese – tra generazioni – avrebbe potuto essere anche un intenditore di cultura, musica, arte, cinematografia ed anche politica, perché no..ma che, stretto nella morsa del regime, erano ben poche le scelte a lui concesse di poter spaziare per vari orizzonti.
I programmi televisivi trasmessi, il teatro o la cinematografia, che potevano avere spazio negli schermi delle tivù, sui palcoscenici o nei cinema albanesi – tutto il panorama artistico – dovevano possedere indiscutibilmente dei sani messaggi da trasmettere.
Comunque, di alcuni programmi non ci potevamo lamentare, anzi, al contrario erano validissimi..Il numero di questi programmi aumentava e variava, pian piano che la dittatura faceva i suoi ultimi respiri..
Ad esempio, c’era chi – come Saimir – che seguiva dal piccolo schermo, meravigliato e con tanta ammirazione i concerti dei tre tenori..
C’era una serie di film in particolare, con cui noi siamo cresciuti e che, era talmente emozionante per tutti – grandi e piccoli – dove il protagonista era un fantastico ragazzino spagnolo dalla voce di usignolo, un prodigio vocale ed un fenomeno musicale, il piccolo Joselito !
Ci emozionava con la sua storia, ma soprattutto con la sua voce melodica, però, non potevamo sapere, noi ragazzi albanesi di quei tempi – e forse, quasi quasi, non lo sapeva ancora neanche lui stesso – che, da qualche parte della nostra Albania, un ragazzino simile al piccolo Joselito, dalla voce dolce e potente, tagliente e melodica contemporaneamente, stava crescendo per diventare una delle voci più belle del mondo, proprio lui: Saimir Pirgu!
- Buongiorno Saimir, grazie di avere accettato il nostro invito per essere presente su Albania News.
Buongiorno , grazie a voi per avermi invitato nel vostro giornale.
- Se dovessi mettere in relazione la musica con la tua storia personale, in quale opera o brano troveresti la migliore collocazione ?
Mi risulta un po’ difficile trovare sembianze con la mia storia personale e qualche opera lirica, in quanto, la storia di Saimir, potrebbe essere simile a quella di tanti altri giovani albanesi che lasciarono la propria terra, chi per un motivo chi per un altro. E lasciare il paese natale ed i propri cari , questo comporta sempre dolore.. Detto questo, per rappresentare un po’ tutto il dolore di chi lascia il suo paese – indipendentemente dal modo o dai motivi per cui questo fattore avviene in ognuno di noi – ad ogni modo, un’opera rappresentativa ci sarebbe: la “Nabucco “ di Verdi, che tratta il dolore di un popolo maltrattato dal sovrano di Babilonia, Nabucodonosor.
A noi albanesi, il territorio non ci è stato negato, ma abbiamo sofferto la dittatura, seppur restando nella nostra terra. Penso che arriverà il giorno in cui – qualche compositore albanese spero – comporrà un’opera tale.
- Saimir bambino : chi fu il primo nella famiglia a scoprire la tua predisposizione per la musica ?
Sono sempre stato spinto dalla mia famiglia, dai miei genitori a cantare. Io cantavo le canzoni del Festival Albanese e non solo: venivo anche accusato dai miei per avere ‘rubato’ una parte delle capacità musicali, che avrebbero potuto spettare al mio fratello gemello.
Ma devo anche aggiungere che, in Albania in quel periodo, cioè quando ero bambino e frequentavo ancora le elementari – nel 1989 io ero in prima elementare – eravamo seguiti ed incentivati dal sistema scolastico albanese attraverso vari corsi musicali come attività extrascolastiche e diverse opportunità di praticare l’arte da parte dei bambini interessati.
- I tre tenori : quanto e chi in particolare, ti ha ispirato maggiormente nella tua carriera artistica ?
Immagina: io ero bambino..un concerto, come quello dei tre tenori, guardato alla tivù di casa che ti lascia meravigliato!.. Non passano più di dieci anni – avevo 19 anni, mi trovavo a Merano – incontro uno di loro, Pavarotti!
Diventiamo amici, io ricevo degli insegnamenti da lui, ho la possibilità di cantare con lui e di realizzare un sogno ! E’ una favola e credimi, a me stesso, quando ripercorro quei momenti della mia vita, tutto ciò non sembra vero . Anche perché penso a quell’incontro cruciale nella mia vita, che ad esempio, mio padre stesso, nonostante fosse stato in possesso di una certa posizione influente in Albania, difficilmente sarebbe riuscito a rendere possibile e concreto questo incontro per me, con tutta la sua buona volontà ed impegno.
- Che peso ha la fortuna per un artista?
Io, da un lato, penso di essere stato fortunato nell’avere avuto l’opportunità di alcuni importanti incontri. Però – detto questo – preferirei riportare una citazione del mio maestro, Pavarotti, che mi diceva sempre: “Artista ci nasci..l’artista è sempre stato dentro di te..” E ne sono convinto anch’io che è il dono che porti dentro di te, che ti permette di arrivare lontano, ma occorre tanta buona volontà, lavoro e dedizione in quanto, la fortuna non ti segue sempre. La fortuna può essere dalla tua parte, una volta, due, ma in seguito, devi essere tu a gestire le tue capacità. Nel mio caso ad esempio, oltre alla preparazione canora, occorre essere dotati anche di una buona dose di capacità comunicative ad interagire con il pubblico. Se ciò da parte dell’artista non arriva, il pubblico difficilmente ti applaude.
- Linguaggio universale della musica, a parte – un’opera tratta dal panorama lirico, ma interpretato con il testo in lingua madre – c’è un brano a cui sei legato particolarmente?
Da quando eravamo piccoli, ci sono state delle colonne sonore che hanno accompagnato un po’ varie fasi della nostra crescita. Sfortunatamente, per l’andamento della musica lirica ed operistica in Albania, tanti brani, noi non li potevamo seguire dalle opere direttamente, ma dalla cinematografia, essendo stati adattati come colonne sonore di vari film. Ad esempio, il film che a me è sempre rimasto impresso – per il trama, ma soprattutto per la sua colonna sonora – era il film albanese “ Mesonjetorja” – “ La scuola”. La musica del film è composta dal compositore albanese Limoz Dizdari, che io personalmente, considero come il Giuseppe Verdi albanese.
L’interpretazione del grande cantante albanese Gaqo çako, della canzone “Fjalet e qiririt” – “Le parole della candela”, con testo i versi di Naim Frasheri, il grande poeta albanese, musica di Limoz Dizdari, sono altrettanto talmente emozionanti!
- Il compositore mondiale ed albanese che apprezzi particolarmente?
I compositori a livello mondiale che amo particolarmente, sono Verdi e Mozart, due geni che hanno dedicato la loro vita alla musica, che hanno trasmesso al mondo dei messaggi intramontabili.
Il compositore albanese da me preferito, rimane Pjeter Gaci, in quanto lo considero particolare ed autentico, unico nelle sue opere, vicine allo stile Donizettiano e Bellini ano.
- ‘Musica classica’ – ‘musica che serve da modello ’.. 
E la musica lirica sembra essere non accessibile a tutti gli strati del pubblico. Secondo te, per la musica lirica, cosa si potrebbe fare per avvicinarla sempre più al pubblico?
Nell’arco dei secoli, la musica ha effettuato dei profondi cambiamenti. Nei giorni odierni, la musica sperimenta varie combinazioni o gemellaggi , come quelle con la musica ‘pop’, ‘jazz’ ecc..Ma , nel caso della musica lirica ed operistica, sono del parere che essa rimanga una musica elitaria – diversamente dai secoli precedenti quando la musica era più vicina al popolo – e mi sembra davvero difficile avvicinare i giovani ad essa, per poterla ascoltare ed ammirare. La gente oggi, ha bisogno soprattutto di una serenità economica ed è questo, contemporaneamente, uno ‘status’ che guarda caso, appartiene al pubblico amante della musica lirica. Poi c’è un altra cosa: oggi di opere se ne presentano tante, ma gli artisti, coloro veramente validi , sono sempre meno.
- Nel Rigoletto, il duca di Mantova – uno dei ruoli del tuo repertorio – canta : “La donna è mobile..”. Il personaggio esprime le sue considerazioni, tratte dal trama dell’opera sulla figura della donna. Da parte di Saimir, c’è una citazione o considerazione particolare per la donna in generale?
(Sorride)
‘La donna è mobile’ anche a mio avviso, ma attenzione: la mia non è una constatazione cinica, egoistica od offensiva. Risulterà forse un po’ maschilista, ma intendo aggiungere anche che, se il mondo fosse guidato dalle donne, forse sarebbe meglio per tutti noi.
Per quanto riguarda l’interpretazione da parte mia del ruolo di Rigoletto, la responsabilità è stata enorme, in quanto il pubblico conosce il personaggio a memoria , conosce l’opera ed io dovevo presentare la mia interpretazione personale alla giusta altezza.
- Verdi e politica : Verdi legato alla politica, membro del parlamento dell’Italia unità..
Saimir e politica, che rapporto hanno?
Il mio con la politica, è un rapporto neutrale. Per quanto riguarda l’Albania, sono sempre stato interessato che la mia arte contribuisse ad aumentare il prestigio del mio paese nel mondo.
Ma purtroppo, fin’ora, dalla politica albanese, non ho notato dei particolari sforzi a beneficio dei cittadini albanesi. Occorre pensare – non importa che siano di destra o di sinistra – al bene del paese e del popolo e sono dispiaciuto nel vedere per un paese piccolo come il nostro, tutte queste incomprensioni e contraddizioni dei politici. I cittadini albanesi, sia coloro che vivono dentro i confini dell’Albania, che quelli fuori, hanno bisogno del supporto del loro stato, ovunque si trovino. Lo stato albanese deve essere più presente per i suoi emigranti nel mondo, non li deve abbandonare , ma dimostrarsi responsabile nei loro confronti..
Io desidererei – per me stesso e tutti i cittadini albanesi – arrivare al punto, che quando attraversiamo una frontiera e ci rechiamo in un qualsiasi paese straniero, il prestigio ed il rispetto nei nostri confronti, siano un atto dovuto dagli altri paesi.
- Altre passioni ed interessi nella vita ?
La mia vita privata e quella familiare rimangono riservate. La vita di un cantante popolare e quella di un cantante lirico sono diverse. Non solo: noto un certo accanimento da parte di alcuni giornali, dove le brutte notizie fanno scalpore e notizia, per cui cerco di essere sempre riservato.
Tra le mie passioni fa parte la corsa. Appena ho del tempo libero, preferisco correre, questo anche per mantenere la linea, ma non sempre mi risulta facile. ( sorride)
- 2013, anno Verdiano.. L’agenda ricca di spettacoli in questo periodo? ..
Il mio anno verdiano si è aperto il primo gennaio 2013 con il concerto di capodanno al Teatro La Fenice di Venezia ed è proseguito con La Traviata al Metropolitan Opera di New York accanto a Placido Domingo e con altri importanti impegni. Tra le mie prossime date, l’8 settembre sarò a Vienna con il “Requiem” di Verdi, dopodiché sarò con “Rigoletto” a Zurigo e a Londra. Seguiranno altri Verdi Requiem a Monaco Di Baviera e al Musikverein di Vienna, con questi chiuderò il mio anno verdiano. In novembre e dicembre sarò invece a Parigi con “La Clemenza di Tito”, unica opera mozartiana in programma per quest’anno.


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